Francesco Tiberi
Recensore : Antonio Canale
Tornato nell’entroterra Maceratese dopo lungo tempo, "l’Errante", spirito libero e rivoluzionario, si immergerà in quella che da sempre è la "sua" realtà trovandola però completamente ribaltata.
Eternamente in forse, volutamente "senza domani", Jacopo vagherà col fedele cagnone Porthos per la città riabbracciando amicizie eterne e conoscenze di vite passate, sbattendo contro una società che vorrebbe forzarlo ad una realizzazione professionale e ad un futuro preconfezionato come unico scopo di vita. Ma no, l’Errante vuole scrivere un romanzo. Un romanzo che sente suo ancor prima di averlo concepito, nonostante i pareri contrari della fidanzata Lucia e della madre.
Tra speranzonse raccomandazioni, chiacchiere da bar, stili di vita aggrappati al gioco d’azzardo e non solo, l’Errante proverà a scoprire il senso del tutto grazie anche a chi, in quelle zone, ci ha vissuto una vita.
Testo narrativo dai fortissimi tratti esoterici, "L’arte di cavalcare il vento" di Francesco Tiberi presenta un lessico molto curato e sopraffino. Le allegorie continue caratterizzano il romanzo e donano un chè di mistico alla trama, trasformando il via vai quotidiano del protagonista in un percorso alla scoperta di sè e del mondo. Apprezzabile il dialetto maceratese presente in più dialoghi, comprensibili ai più e che non disturba, anzi.
Una lettura abbastanza impegnativa quella presentata da Tiberi volta a lanciare un messaggio di libertà e di senso di appartenenza al territorio e che impone al lettore un’attenzione importante per comprendere a pieno ogni singola parola.