Premessa per un addio

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Premessa per un addio

Gian Luca Favetto

Recensore : Alessandro Salemme

Tommaso Techel è un geografo che ha smarrito le sue coordinate, un antropologo che, pur conoscendo a fondo popoli e culture, non ha mai imparato a conoscere se stesso. Per quanto il lavoro di Tommaso Techel consista in una mappatura precisa di ciò che lo circonda, lui non è capace di ordinarsi. Tommaso vive l’abbandono e non riesce a gestire la sua rabbia. Una rabbia muta e glaciale, che lo porta viaggiare non per scoprire, per conoscere. Tommaso Techel viaggia per nascondersi. Per questo è diretto a New York. Il soggiorno newyorkese non rappresenta una svolta per lui, ma un modo per allontanarsi da un passato che lo soffoca e che tuttavia lo seguirà oltreoceano, costringendolo a mettersi in dubbio, a interrogarsi sui propri errori, a ripensare alle sue scelte. Ritrovare il proprio io è il compito che dà a se stesso. Viaggiare, quindi perdersi, per potersi ritrovare. L’intero romanzo non è che una continua riflessione del protagonista: bastano un volto incrociato per caso, un fremito di palpebre, un movimento sinuoso a suscitare un ricordo o a partorire un viluppo di considerazioni. Tommaso vuole stare lontano per un po’, affidarsi alla corrente, vivere senza meta in un posto dove nessuno si aspetti niente da lui, forestiero fra i forestieri. Ma è New York, con la sua vitalità pigra e le sue vite straordinariamente ordinarie, a dargli nuovi piccoli stimoli. Durante il volo conosce l’elegante Alma Berlin, che ritroverà più avanti. Arrivato a destinazione, trova nella casa in cui alloggia un libro, Foreword for a Farewell, che si porterà dietro nel suo peregrinare per le strade di questa città così grande e in cui lui non è altro che uno straniero fra gli stranieri. Tommaso ha bisogno di stare per un po’ in un luogo in cui nessuno lo conosca e in cui possa riprendere fiato senza che nessuno si aspetti niente da lui. A New York riuscirà a ritornare alla vita e, grazie anche a Cora, una bellissima donna che lo aiuterà a lasciarsi andare, ripartirà da dove si era fermato. Già dalla prima pagina di questo romanzo si capisce quanto il protagonista abbia bisogno di staccare la spina. In un turbine di ricordi che gli attraversano la mente, Tommaso analizza la sua vita cercando di capire quali siano gli errori che ha commesso e da cosa debba ripartire: il rapporto con i suoi genitori, con la figlia, il suo lavoro, la voglia di libertà, così forte da quando ha iniziato a sentirsi imprigionato in un’esistenza che ora gli sta stretta. Premessa per un addio: è un gioco metaletterario che funziona, perché «sono i protagonisti del libro che scelgono il loro destino e decidono a cosa dire addio». Tommaso decide, capisce che il suo percorso recente è una premessa per l’addio al vecchio sé, perché in fondo ogni viaggio rappresenta un inizio che ossimoricamente può coincidere col ritorno. Premessa per un addio è un romanzo speciale. È raro che una storia così ambiziosa venga rappresentata con tale perfezione. Ambiziosa perché in fondo il libro racconta il movimento statico di una vita qualunque. Non così Premessa per un addio: è un romanzo sinuoso dal principio alla conclusione, offre innumerevoli spunti di riflessione e regala verità mai banali. Seguire Tommaso nel suo labirinto mentale è un piacere per il lettore, merito della penna elegante e scorrevole di Gian Luca Favetto. Romanzo consigliatissimo ai lettori curiosi, ma soprattutto, come citato nel retro del libro «a chi ama leggere a voce alta, a chi vorrebbe ballare un valzer alla Grand Central Station, a chi non porta mai l’orologio e sbircia l’ora dove capita, e a chi vorrebbe lasciare andare tutte le domande sull’acqua, come si lasciano andare le illusioni».